Importante sentenza della Corte di Appello di Roma, sezione famiglia, del 2 agosto 2016, che ha revocato l’assegno di mantenimento che il padre corrispondeva al figlio piu che maggiorenne, trentunenne al momento della decisione.
Il Padre, difeso dall’Avv. Giuseppe Pompeo Pinto, Cassazionista in Roma, aveva impugnato la sentenza di primo grado, che aveva riconosciuto come dovuto l’assegno di mantenimento, sebbene il figlio avesse oramai raggiunto la maggiore età da diverso tempo. La decisione nel caso in esame, era ancora più delicata, in quanto il figlio aveva intrapreso un percorso per il cambio del sesso, quindi il Tribunale aveva ritenuto che tale percorso incidesse sul reinserimento nella vita sociale.
La Corte di Appello, ribalta la decisione e nella motivazione sostiene che " Se la decisione va, pertanto, confermata per il pregresso, non può trascurarsi nell’attualità, stante la natura del diritto al mantenimento connessa di per sé alle circostanze in evoluzione nella vita dei soggetti coinvolti, il fatto che sono trascorsi oltre tre anni dalla conclusione dell’iter di adeguamento di identità anzi citato e, in particolare, dal conseguimento da parte del figlio dei nuovi dati anagrafici che lo hanno posto in una condizione paritaria rispetto a tutti gli altri giovani alla ricerca di lavoro; a fronte di ciò l’appellato, oggi trentunenne, nulla ha ritenuto di dedurre sulla propria condizione, su eventuali tentativi di ripresa di una formazione professionale o su esperienze recenti di inserimento lavorativo, lasciando ciò supporre, anche per l’età ormai raggiunta, la concreta sussistenza di un’occupazione lavorativa ovvero di una sua inerzia, ora non più scusabile, nel reperimento di occasioni di lavoro. Appare, pertanto, giustificato, in parziale accoglimento dell’appello dichiarare cessato ad oggi l’obbligo di mantenimento del figlio gravante sul genitore e, per l’effetto, revocare la relativa prestazione a decorrere dal mese successivo alla presente decisione".
La sentenza è al vaglio della Suprema Corte di Cassazione, con il padre sempre difeso dall’Avvocato Giuseppe Pinto.
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